Il Posto delle Storie
Progetto pilota per l’analisi dei percorsi di impoverimento a partire dalle storie di persone incontrate da alcuni servizi di prima accoglienza nella città di Torino e dall’INMP di Roma
Il progetto nasce dalla necessità di raccogliere storie di vita delle persone senza dimora e impoverite con il fine di interrogarsi su cosa ci sia oltre gli indici e le soglie, quali esperienze di vita reale si celino dietro i luoghi comuni delle “famiglie che non arrivano alla fine del mese”, degli “immigrati che stanno meglio di noi…” o dei “barboni che scelgono la vita in strada”. Quale posto hanno le storie di vita delle persone nel comprendere il fenomeno impoverimento e povertà? Quale riconoscimento e ruolo hanno i servizi che tali persone accolgono e supportano, e al cui interno le storie delle persone trovano quotidianamente spazio?
Da qui l’idea di strutturare un’attività di ricerca in grado di approfondire il tema povertà guardando al fenomeno nelle sue molteplici facce; allargando lo sguardo, cioè, alle differenti fasce di popolazione interessate da forme di esclusione sociale reale o potenziale e che, da ormai diversi anni, fanno parte della popolazione utente dei servizi di bassa soglia.
Il progetto di ricerca, promosso e finanziato dall’Istituto Nazionale per la Promozione della salute della popolazione Migrante e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) di Roma, si è avviato nel marzo 2010 per concludersi a dicembre dello stesso anno, e ha visto operare congiuntamente il Centro Studi, Documentazione e Ricerche dell’Associazione Gruppo Abele ONLUS di Torino ed il Servizio dedicato alle Persone Senza Dimora dell’INMP di Roma, due realtà che, in contesti territoriali diversi e seguendo approcci differenti, lavorano a contatto con persone in condizione di povertà e di esclusione sociale.
Durata del progetto: 8 mesi
Obiettivi
In particolare, a livello di obiettivi specifici, si intende:
• Descrivere e analizzare alcune situazioni di famiglie italiane interessate da fenomeni di impoverimento a vario livello, non solo economico, che vengono incontrate da varie realtà di sportelli di orientamento e prima accoglienza del Gruppo Abele e presso l’INMP di Roma;
• Portare alla luce e approfondire dinamiche familiari, culturali, lavorative, educative, di integrazione, di genere ecc., che interessano famiglie migranti con difficoltà di accesso ai servizi. Per quanto riguarda questo aspetto, si potrebbero descrivere le esperienze concrete della Drop-house del Gruppo Abele di Torino e quelle del Servizio delle Persone Senza Dimora dell’INMP di Roma che accolgono quotidianamente donne in difficoltà;
• Identificare le dimensioni dell’evoluzione in povertà di alcune situazioni critiche come quelle vissute dalle donne adulte sole, alcune delle quali più giovani e ancora con una dimora, altre più anziane e già passate a una condizione di homelessness. Rispetto alle une e alle altre di tenterà di individuare i momenti critici che espongono alla vulnerabilità psicologica e relazionale e di approfondire la questione dell’“abitudine alla strada e alla povertà” con la conseguente difficoltà a recuperare alcune competenze di base;
• Descrivere i percorsi di inclusione, integrazione e ri-definizione di un’identità a cavallo tra più territori, culture e appartenenze, nel vissuto di alcuni uomini migranti in situazione di esclusione che vivono la strada (non necessariamente vivono in strada). Si tratta di alcuni casi specifici entrati in contatto con i servizi torinesi e romani e che, per questo, divengono i testimoni informati più competenti su una certa cultura della strada.
• Analizzare alcune sperimentazioni in corso nel territorio romano e torinese, per cogliere le specificità di questi servizi, i metodi di lavoro adottati, individuare nuove modalità di relazione tra operatori e persone accolte.
Impoverimento e povertà - Percorsi di vita e servizi a Roma e Torino