L’INMP sempre presente nei corridoi umanitari
Lo scorso 14 novembre l’INMP ha assicurato assistenza sanitaria nel terzo corridoio umanitario, coordinato dal Ministero dell’Interno, per accogliere migranti particolarmente vulnerabili provenienti da un centro UNHCR del Niger.
Un team di 13 professionisti sanitari, composto da medici dermatologi, infettivologi, internisti, infermieri e mediatori transculturali, coadiuvati dalla Direzione Sanitaria Aziendale, ha effettuato la prima valutazione dello stato di salute delle 51 persone giunte con un volo civile all’aeroporto di Pratica di Mare. Si trattava, prevalentemente, di nuclei familiari e donne sole con bambini provenienti da Sudan, Etiopia, Eritrea, Somalia e Camerun, prelevati dal centro di transito in Niger, dove erano stati già trasferiti dopo un periodo di prigionia in Libia.
Rispetto a quanto riscontrato nei primi due corridoi umanitari (dicembre 2017 - 162 persone; febbraio 2018 - 150 persone, provenienti direttamente dalle prigioni libiche con voli militari), i nuovi arrivati mostravano un migliore stato di salute generale. I controlli, effettuati seguendo le Linee guida “I controlli alla frontiera, la frontiera dei controlli”, si sono basati sulla verifica di parametri clinici, quali la temperatura, la pressione e, nei casi di diabete segnalato alla partenza, della glicemia. Le persone risultavano prive di patologie importanti e, in alcune di loro, emergevano i segni dei recenti traumi psicologici, dovuti alla pregressa condizione di prigionia. “Ciò non ha risparmiato i bambini i quali, nonostante la loro naturale resilienza, hanno evidentemente assorbito il vissuto drammatico dei genitori”, spiega il pediatra dell’INMP che ha visitato i 19 minori, di età compresa tra 1 e 6 anni.
Al termine delle visite, è stato rilasciato a tutti i migranti un certificato con l’esito della visita e con l’indicazione per il medico del centro o della ASL circa eventuali ulteriori accertamenti consigliati. L’ambulatorio è stato allestito presso una specifica struttura dell’aeroporto identificata dal Comando e gli spazi sono stati organizzati anche in termini di attrezzature, farmaci e dispositivi medici di prima necessità. Il team multidisciplinare dell’INMP, come sempre, ha cercato di organizzare un setting quanto più discreto e rispettoso delle persone, seppure nel particolare contesto di sbarco.
Le 51 persone, dopo l’identificazione da parte della polizia, sono state trasferite in Emilia-Romagna, presso la Comunità “Papa Giovanni XXIII”.