Donne, non vittime. Con l’INMP a teatro per cambiare
Grande partecipazione, sia di pubblico sia emotiva, all’evento organizzato dall’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) il giorno 7 marzo presso la propria sede a Roma, nel corso del quale si è svolto anche lo spettacolo teatrale “Taddrarite”. Si è celebrata così la “Giornata Internazionale della donna” grazie alla coinvolgente performance teatrale della compagnia ACCURA Teatro.
Un evento di riflessione voluto dal Direttore Generale dell’INMP, Concetta Mirisola, che ha introdotto l’incontro narrando due storie di violenza su donne assistite realmente dall’INMP. Sono intervenuti il Consigliere Giuseppe Chinè, Capo di gabinetto del Ministro della Salute, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale Tullio Del Sette, la Presidente di Tam Tam d’Afrique Onlus e ginecologa dell’INMP, Mbiye Diku, il Giudice del Tribunale ecclesiastico Regionale dell’Umbria, Miriam Tinti, la giornalista del Corriere della Sera Margherita De Bac e la Presidente del Comitato Atena Donna Carla Vittoria Cacace. Tra gli ospiti erano inoltre presenti cariche istituzionali e dell’associazionismo di settore.
Ciascun intervenuto, dalla propria prospettiva di osservazione, ha rimarcato l’importanza di acquisire una piena consapevolezza del fenomeno della violenza di genere, che talvolta sfocia in vero e proprio femminicidio. Gli strumenti più efficaci di contrasto sembrano essere la denuncia delle violenze e delle gravi discriminazioni subite, già dai momenti più precoci, che non sempre vengono esercitate sul solo piano fisico. Il fenomeno, benché sempre più percepito nella sua gravità, resta difficilmente quantificabile, perché spesso taciuto dalle stesse vittime che lo vivono con senso di colpa e vergogna.
Lo sforzo della società intera deve essere, pertanto, quello di far emergere e raccogliere i primi segnali di disagio affinché si possa intervenire, a tutti i livelli di responsabilità, evitando gli esiti più drammatici che spesso ci capita di leggere sulle cronache.
Viene rappresentato lo spettacolo teatrale il cui titolo in dialetto siciliano significa “pipistrelli”. Come pipistrelli sono le donne protagoniste, vittime di violenza domestica, che nascondono tutto il loro dolore e la loro rabbia dietro sorrisi e chiacchiere di circostanza. Ma alla fine trapela comunque la voglia di riscatto e di affermazione della propria dignità.