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“Percorso di integrazione all’atto della richiesta del permesso di soggiorno e della convocazione presso lo Sportello Unico” - Evento Finale

La richiesta del permesso di soggiorno rappresenta un momento di straordinaria fragilità nel rapporto tra la persona migrante e le rappresentanze amministrative del paese ospitante, eppure può diventare anche un’occasione per affrontare più facilmente i servizi a loro dedicati.
Il progetto, attuato dall’INMP, è del Ministero della salute – Direzione Generale dei Rapporti con l’Unione Europea e Rapporti Internazionali.

Permettere il miglior rapporto possibile nella reciproca comunicazione, facilitando la comprensione delle norme per la regolarizzazione del percorso migratorio. Operazione spesso complicata e di non facile attuazione.
Questo il proposito del progetto “Percorso di integrazione all’atto della richiesta del permesso di soggiorno e della convocazione presso lo Sportello Unico”, ideato per rispondere ad un’esigenza che ogni giorno diventa più forte in una società multietnica.

Il Commissario Straordinario dell’INMP, Concetta Mirisola

Il Commissario Straordinario dell’INMP, Concetta Mirisola, ha aperto i lavori dell’Evento Finale del Progetto, ringraziando l’INMP per gli ottimi risultati ottenuti pensando anche a quanto delicato fosse il tema trattato. Ma l’Istituto ha un’esperienza unica sul campo, ha sottolineato il Commissario, proprio per la sua missione dedicata e rivolta alle fasce fragili della popolazione; grazie alla sua perizia e professionalità, conquistate con anni di lavoro, non poteva non svolgere al meglio il compito assegnatole dal Progetto.
Di basilare importanza, ha chiarito la Mirisola, è la figura del mediatore linguistico culturale, utilizzata in tutti i servizi operativi e che unita a quella degli psicologi e degli antropologi ne fanno un Istituto unico in tutto il panorama nazionale.
“Da noi – ha puntualizzato – è fondamentale prima che curare, prendersi cura della persona in un ampio raggio sociosanitario”. “Lampedusa”, ha poi proseguito, “è un esempio di lavoro applicato alla ricerca, dove gli interventi clinici in condizione di emergenza trovano spazio in un protocollo operativo replicabile in altre situazioni; il tutto da unire alla presenza dei mediatori al molo a fianco degli operatori sanitari per facilitare, migliorare e ottimizzare le operazioni mediche”.
Da questo incipit si apre il significato primo del progetto che ha visto la formazione e l’inserimento di 28
mediatori culturali specializzati in ambito socio-sanitario all'interno di 14 Sportelli Unici per l'Immigrazione nelle prefetture di Trapani, Caserta, Lecce, Catanzaro, Napoli, Latina, Roma, Perugia, Prato, Padova, Milano, Brescia, Torino, Trento. I mediatori hanno affiancato gli operatori dello Sportello, fornendo informazioni ai cittadini stranieri sulle procedure giuridiche per le pratiche di regolarizzazione e sull'accesso ai servizi socio-sanitari.
“Mediatori con uno stile di lavoro già acquisito nella precedente formazione che l’INMP ha fornito a livello nazionale nell’ambito del Progetto PASS”, ha chiarito il Commissario Straordinario “Il mediatore va oltre il ruolo che svolge nell’assistenza perché prende cura del disagio, sia straniero che italiano, per il ristabilimento della dignità della persona che chiede informazioni e spesso, troppo spesso, viene lesa nel rispetto”.

il dr. Giuseppe Ruocco, Direttore Generale RUERI (Ministero della Salute)

“L’importanza del rapporto che si deve instaurare tra le persone straniere e le istituzioni è fondamentale in ogni processo d’integrazione”, ha dichiarato il dr. Giuseppe Ruocco, Direttore Generale RUERI (Ministero della Salute) “Se il nostro Sistema sanitario è riconosciuto universalmente come uno dei migliori, se anche operatori provenienti dalla Cina ne apprezzano il funzionamento, vuole dire che è un tesoro a disposizione di tutti, purché sia comprensibile. Questa è la chiave del lavoro svolto dal progetto in essere”.
“Certo il SSN sta cambiando”, ha continuato il Direttore, “la domanda si fa sempre più complessa e ricercata, sia per il fenomeno migratorio in atto, sia per la maggiore preparazione dell’utenza nazionale. Si sente forte l’esigenza di comunicare il miglior utilizzo possibile delle sue potenzialità. Il Progetto ha dimostrato non solo tutta la sua utilità, ma soprattutto la sua indispensabilità, avendo prodotto informazione nell’ottenimento di prestazioni adeguate, ordinate e pertanto più efficaci.
Proprio dal materiale consegnato” - conclude Ruocco – “si evince l’attualità del pensiero del progetto e la sua spinta verso il futuro.”

“Siamo antichi e felici collaboratori dell’INMP per le sue politiche d’accoglienza e d’integrazione, sempre pragmatiche e innovative”. Questa è la presentazione del dr Maurizio Silveri, Presidente Comitato Minori Stranieri del Ministero del Lavoro. “Sicuramente la figura del Mediatore è abbastanza diffusa nel nostro Paese, ma l’INMP ha rappresentato per la nazione un modello di riferimento per le istituzioni sanitarie e per i cittadini stranieri, ottimizzando le visite. Il nostro è un Paese – ha concluso il Presidente del Comitato Minori - che dovrebbe essere grato ai mediatori per il ruolo che svolgono nell’ottimizzazione delle prestazioni, quindi sul risparmio delle stesse, ma anche nel compito di salvaguardia dei minori, accompagnati o no”.

dr.ssa Stefania Ricci, Direttrice dell’Ufficio VI DGRUERI, del Ministero della Salute

“Avviare una comunicazione all’interno della struttura pubblica, aiutata da materiale cartaceo e proposta da personale qualificato e formato, non è poco”. È stata l’introduzione della dr.ssa Stefania Ricci, Direttrice dell’Ufficio VI DGRUERI, del Ministero della Salute. Il suo intervento è impostato sull’impegno del Ministero della Salute e sull’obiettivo di far comprendere alla popolazione straniera il cattivo utilizzo dei pronti soccorsi. Un progetto, spiega la dr.ssa, che si è rivelato una guida per i 23 mila contatti avviati dagli operatori dispiegati sul territorio nazionale grazie all’uso di materiale informativo (una guida in 45 mila copie facilmente divulgativa), e del counselling a distanza, gestito dai mediatori dell'INMP, per provvedere a dare le informazioni necessarie anche quando non era garantita la presenza del servizio a fronte di esigenze amministrative”.
“L’INMP ha svolto questo lavoro in modo lodevole, con relazioni mensili che illustravano le opere in corso” ha riconosciuto la Direttrice “mentre i ministeri hanno avviato un lavoro informativo, soprattutto sulle competenze e le facilitazioni possibili tra cittadino e istituzioni. Il 60% delle persone raggiunte si è dimostrato soddisfatto del servizio fornito. E allora?” conclude la Ricci “Allora abbiamo ottenuto un miglior uso del SSN, e un aumento della salute e sicuramente abbiamo migliorato il senso di appartenenza con la società ospitante. Adesso è importante non chiudere le porte a nuovi progetti in questa direzione, e nello stesso tempo è necessario che si stabilizzino tutte le figure professionali che lavorano nei servizi dedicati agli immigrati, con la creazione di Linee Guida risolutive per i mille problemi che circondano il rapporto tra straniero e istituzione”.
La chiusura dei lavori ha visto le esperienze raccontate da operatori nelle Prefetture e mediatori linguistico culturali provenienti dal Centro, dal Nord e dal sud Italia, dove sono emerse tutte le difficoltà che affliggono l’universo immigrato a cominciare dai problemi di lavoro e di ricongiungimento.