Al via un piano di intervento sociosanitario a Roma rivolto a persone senza dimora e migranti (anche temporaneamente presenti)
Per dare risposte concrete di tutela dei diritti alla salute delle fasce sociali più marginali presenti sul territorio cittadino, aumentate negli ultimi anni come conseguenza della crisi economica, l’INMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà), dal 2014, tra le numerose attività, è impegnato in un piano di intervento sociosanitario in collaborazione con diverse istituzioni pubbliche (ASL RMA e RMB) e associazioni (Croce Rossa Italiana, Caritas diocesana di Roma, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Save the Children, Intersos, Associazione Albero della Vita, Pediatri per l’emergenza, ecc.) che, con prestazioni sanitarie di medicina generale e specialistica, fino ad oggi ha raggiunto e visitato oltre 5mila persone presso insediamenti spontanei e centri di accoglienza nell’area metropolitana di Roma. A partire da tale esperienza di rete cittadina, il contributo dell’INMP allo sviluppo di un “sistema organizzato”, nel valorizzare lo spirito di cooperazione rispetto a obiettivi e metodologie di lavoro condivisi, si basa sulla necessità di gestire problematiche sociosanitarie complesse in risposta alle complesse istanze della contemporaneità. Un approccio proattivo che - in linea con le indicazioni della Regione Lazio alle ASL sulle modalità di assistenza ai cittadini stranieri temporaneamente presenti sul territorio regionale - vede proseguire specifiche iniziative assistenziali e preventive in un’ottica di rete territoriale di prossimità, formalizzate nei mesi scorsi con un Protocollo d’intesa tra INMP e ASL RMA e RMB. Un Protocollo che prevede un piano di intervento di promozione della salute delle fasce più vulnerabili della popolazione - persone senza fissa dimora, profughi e migranti stanziali o in transito verso altri Paesi europei - anche attraverso l’impiego di équipe mobili con accompagnamento ai Servizi Territoriali. Il modello virtuoso di programmazione sociosanitaria tra più soggetti, ha portato, il 24 giugno scorso, alla sigla di una Dichiarazione di intenti promossa dall’Assessorato alle Politiche Sociali, Salute, Casa ed Emergenza Abitativa del Comune di Roma e sottoscritta con INMP, e le ASL RMA e RMB, per lo sviluppo di azioni allargate a tutto il territorio romano. In un’ottica di fattiva collaborazione, i numerosi firmatari della Dichiarazione concordano sulla necessità di sviluppare e sperimentare azioni sociosanitarie rivolte a particolari aree di criticità, a completamento delle attività ordinarie. “Le persone senza fissa dimora – spiega l’Assessore Francesca Danese – tra le quali moltissimi sono cittadini italiani, in genere non accedono spontaneamente ai servizi sociosanitari e si rivelano particolarmente difficili da raggiungere. Negli ultimi anni, nella Città di Roma, la presenza di persone senza dimora è aumentata, a causa delle difficoltà conseguenti alla crisi economica e all’indebolimento delle reti familiari e sociali. Il fenomeno si presenta particolarmente complesso in ragione della molteplicità delle tipologie di persone coinvolte in situazioni di marginalità, nuovi poveri, immigrati, profughi, minori non accompagnati, ed è destinato ad avere un impatto sempre maggiore sulle politiche e sui servizi sociali e sanitari. Gli attuali flussi migratori hanno ulteriormente aggravato la situazione cittadina, portando a un aumento delle condizioni di vulnerabilità all’interno di insediamenti spontanei o edifici in stato di abbandono, in particolari aree del territorio metropolitano”. Sulla necessità e l’efficacia di un modello di offerta attiva in ambito sociosanitario, che garantisce risposte tempestive grazie al partenariato tra attori sanitari, sociali e dell’intera comunità, Concetta Mirisola, Direttore Generale dell’INMP, ricordando che il diritto alla salute è sancito dall’articolo 32 della Costituzione italiana, sottolinea: “I beneficiari del nostro piano di intervento sono persone portatrici di bisogni essenziali e soggette a rischio di malattie in larga parte prevenibili o curabili mediante un tempestivo contatto con i servizi sociosanitari. Il modello di medicina di prossimità che da anni porta avanti il nostro Istituto, è fatto di impegno medico, psicologico, antropologico, culturale. Un percorso di integrazione sociosanitaria che oggi vede, nella collaborazione tra più soggetti istituzionali e del privato sociale, una tappa fondamentale a tutela dei diritti di persone vulnerabili. E’ un piano di intervento con cui le istituzioni nazionali e locali forniscono, attraverso una rete dei servizi che ‘dialogano’ in maniera strutturale tra loro, la concreta risposta ai bisogni di persone altrimenti escluse, contribuendo in tal modo alla salute e al benessere dell’intera collettività. L’obiettivo dell’Istituto – conclude Mirisola – è anche quello di promuovere modelli operativi, come quello che stiamo attuando, che possano essere esportati sul territorio nazionale, a beneficio della tutela del diritto alla salute”.