Un modello per l’architettura sanitaria
La progettazione e la realizzazione dell’edificio dell’Ospedale Santa Maria e San Gallicano, uno degli ospedali storici di Roma, furono commissionate all’architetto Filippo Raguzzini, il quale riuscì a coniugare esigenze funzionali e formali, realizzando una struttura di riconosciuta avanguardia architettonica. Infatti, grazie a particolari accorgimenti igienico-sanitari, l’architetto coniugò disegno e tecnologia e realizzò, per la prima volta in Europa, un nosocomio che permetteva la cura delle malattie della pelle all’interno di una struttura di rilevante valore artistico. “È lungo 900 palmi, largo 43, e vi sono 110 letti, e tutte le officine necessarie”: così l’abate Cortonese, nel 1767, descriveva la capienza strutturale originaria dell’ospedale. Da un punto di vista architettonico la struttura dell’Ospedale, eretto a partire dal 1725, possedeva - e possiede tuttora - uno sviluppo prevalentemente longitudinale, con al centro il volume della Chiesa a facciata convessa, che fa da fulcro a due lunghe corsie alte circa nove metri. L’interno della Chiesa presenta una pianta a croce greca con quattro absidi e cupola ribassata. Sull’altare maggiore vi è la pala raffigurante la Madonna col Bambino, San Gallicano e tre malati, dipinta da Marco Benefial, mentre le due tele laterali, forse ad opera del pittore Filippo Antonio Evangelisti, rappresentano San Filippo Neri e la Madonna della Neve.
La facciata dell’Ospedale si presenta bassa e lunghissima (170 metri) e il gioco decorativo che la compone nella sua interezza offre un grande effetto plastico di profondità e prospettiva.
Dalla sua originaria costruzione, il complesso ha subito diverse opere di adeguamento e ristrutturazione, sia di carattere edilizio sia di destinazione d’uso, che hanno portato a profonde trasformazioni del progetto originale. In particolare sono stati quattro gli interventi “decisivi”: nel 1754 Benedetto XIV fece costruire una sala a suo nome che serviva a dividere la corsia degli adulti da quella dei bambini; la costruzione nel 1826 della Sala Anatomica (o Teatro Anatomico); l’istituzione nel 1829 di una spezieria per unguenti e pomate (poi divenuta l’attuale farmacia), nonché di due cimiteri per i defunti dell’ospedale che caddero in disuso solo nel 1837, quando fu istituito il cimitero del Verano; l’apertura di un nuovo ingresso in via di San Gallicano.
La struttura, da sempre considerata uno dei migliori esempi d’ingegneria sanitaria del XVIII secolo, ampliata nel corso dei decenni con l’aggiunta di altri corpi architettonici, è stata dal 1854 sede della prima Cattedra universitaria di Dermatologia. Nel 1939 l’Ospedale è stato riconosciuto come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) ed è stato sede di ambulatori e reparti di degenza dell’Istituto Dermatologico San Gallicano (adesso parte degli Istituti Fisioterapici Ospitalieri). Attualmente è sede della Comunità di S. Egidio e, dal 2007, dell’INMP.