Diminuisci la dimensione del carattere Aumenta la dimensione del carattere    Ripristina la dimensione del carattere

Tubercolosi, AIDS e scabbia tra i migranti: evidenze epidemiologiche

L'assistenza sanitaria dell'INMP: il poliambulatorio di Roma, gli hotspots, i corridoi umanitari, gli interventi di medicina di prossimità

Tubercolosi
I dati del Ministero della Salute indicano che negli ultimi 15 anni il numero di casi di tubercolosi è rimasto pressoché costante (circa 4.500 segnalazioni l’anno), a fronte di una lenta e progressiva diminuzione dell’incidenza nella popolazione generale: da 9,5 casi/100.000 abitanti nel 1995 a 7 casi/100.000 nel 2012 e 6,6 casi/100.000 nel 2016. Il tasso di incidenza di casi notificati in Italia è risultato essere nel 2016 inferiore a quello della media dei Paesi dell’Unione Europea (11,4) e tra i più bassi tra quelli osservati nell’Europa occidentale (superiore solo a Danimarca, Finlandia e Norvegia), secondo i dati del rapporto “Tuberculosis surveillance and monitoring in Europe 2018 – 2016 data” pubblicato dallo European Centre for Disease Prevention and Control/WHO - Regional Office for Europe.
https://ecdc.europa.eu/sites/portal/files/documents/ecdc-tuberculosis-surveillance-monitoring-Europe-2018-19mar2018.pdf

Se, però, si analizzano separatamente i dati relativi agli stranieri, si osserva un aumento del numero assoluto di notifiche, da 1.652 nel 2003 a 2.310 nel 2012, una diminuzione fino al 2015 e un nuovo incremento nel 2016 (2.419 casi), in prima ipotesi da correlare al picco di arrivi nel nostro Paese osservato in quell’anno (181.436). Tuttavia, quando l’aumento dei casi viene posto in relazione con l’aumento della popolazione straniera in Italia (più che raddoppiata negli ultimi 10 anni), si nota che il tasso diminuisce anche tra gli immigrati, con valori più che dimezzati: da 99,5 per 100.000 nel 2003 a 55,3 per 100.000 nel 2012 e 48,1 per 100.000 nel 2016. In altre parole, il numero crescente di casi è riscontrato in termini solo assoluti mentre, se rapportiamo il fenomeno alla popolazione che lo esprime (il totale dei migranti in Italia che ha subito un incremento del 243% nel 2016), il risultato è un suo decremento, e, quindi, nessun allarme per la popolazione italiana. A tale evidenza si aggiunge la maggiore consapevolezza verso la malattia da parte del SSN, che si è recentemente dotato di apposite linee guida per il controllo delle malattie alle frontiere e per il controllo della tubercolosi.

HIV/AIDS
Secondo il rapporto Osservasalute 2017, basato sui dati del Sistema di Sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV e sul Registro Nazionale AIDS (RAIDS) dell’ISS, tra il 2006 e il 2016 sono stati segnalati circa 35.000 nuovi casi di infezione di HIV tra gli adulti, di cui 9.705 a carico di stranieri. Tra questi ultimi, il numero assoluto delle diagnosi è andato aumentando (tra gli uomini da 322 casi nel 2006 a 676 nel 2016 e tra le donne da 251 a 461 casi), fenomeno questo correlabile sia ad una maggiore copertura del Sistema di sorveglianza sia all’incremento della popolazione straniera in Italia. Tuttavia, va segnalato che i tassi di incidenza per l’HIV mostrano una diminuzione tra gli stranieri inizialmente più accentuata (da 51,3 per 100.000 nel 2006 a 27,7 per 100.000 nel 2011), poi più graduale, fino a un lieve incremento nel 2016 (28,5 per 100.000). Tale ultimo dato potrà essere meglio interpretato solo con un’osservazione dei trend nei prossimi anni. Tuttavia, si potrebbe ipotizzare che possa essere conseguenza di un maggior ricorso allo screening per HIV da parte degli operatori sanitari, con una efficace e tempestiva azione di emersione del bisogno, più che di una ripresa dell’infezione tra i migranti. A ciò si aggiunge un decremento, negli stessi anni e tra gli stranieri, dei tassi di incidenza di AIDS (malattia conclamata), probabilmente grazie all’aumentata disponibilità della terapia antiretrovirale così come alla maggiore opportunità di accesso ai servizi specialistici.

Scabbia
È una patologia di comune riscontro sulla quale anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità non riesce a fornire stime precise di diffusione. La scabbia è effettivamente diffusa tra i migranti allo sbarco, come conseguenza delle condizioni di scarsa igiene e promiscuità subite nei centri di raccolta nei Paesi di partenza e transito e durante la traversata. Dai dati raccolti dal team specialistico dell’INMP negli hotspot di Lampedusa e Trapani-Milo nel 2015-2016, su 6.188 persone visitate, il 58% ha ricevuto una diagnosi di scabbia. Tuttavia, nonostante l'elevato riscontro della diagnosi, non sono stati registrati casi di contagio tra gli operatori sanitari e, più in generale, a seguito di tutti gli sbarchi in Italia, non sono mai state segnalate epidemie tra gli italiani, a conferma del fatto che per la trasmissione interumana della malattia è necessario un contatto stretto e prolungato e che la terapia topica disponibile è rapida ed efficace.

Alcuni suggerimenti per riferimenti bibliografici