Sfatiamo i cliché sui migranti: sul Venerdì di Repubblica intervista alla Dott.ssa Castaldo, antropologa INMP
Riportiamo di seguito un articolo uscito sul Venerdì di Repubblica, nella rubrica "Noi e gli altri", a firma Antonella Barina.
Fra i troppi cliché che fomentano il rifiuto dei rifugiati - dal panico d'essere invasi al rischio terrorismo - c'è la paura che chi arriva da lontano porti con sé fatali malattie: patologie in Italia ormai sconfitte, contro cui abbiamo perso le difese, e mali nuovi come l'ebola, difficili da curare. Così scatta l'allarme contagio: su dati inesistenti. Perché chi resiste al calvario di quei viaggi è forte, fortissimo: se avesse l'ebola non sopravviverebbe. E tubercolosi e Hiv sono in netto calo. Ad essere sofferente nei profughi è soprattutto l'anima, ma il male di vivere non è contagioso. Come non lo sono certe malattie legate al viaggio: disidratazione, ipotermia, ustioni da benzina per essersi inzuppati gli abiti nel rimboccare i serbatoi dei gommoni... E i disturbi più frequenti, quelli dermatologici - scabbia, impetigine, foruncolosi - si curano facilmente, in pochi giorni di terapia. Parola di INMP, Istituto Nazionale per a promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà, ente pubblico diretto da Concetta Mirisola, che si occupa delle fasce più vulnerabili della popolazione: migranti e persone in povertà. L'ospedale INMP a Roma (l'ex San Gallicano) è l'unica struttura in Italia ad avere, oltre a medici e psicologi, anche due antropologi e trenta mediatori culturali. Un'équipe così eterogenea da poter offrire ai viaggiatori della disperazione un approccio transculturale alla medicina. Che valuta gli aspetti organici del male, certo, ma anche quelli legati al diverso modo di immaginare e affrontare la malattia da parte di altre culture. Un esempio lo fa Miriam Castaldo, antropologa dell'Istituto: "Ci imbattiamo spesso in casi di "camminamenti sottocutanei": il paziente sente delle specie di vermi muoversi sotto la pelle. Che sofferenza nasconde, se non ha nulla di organico? La risposta è individuale, ma anche legata a diversi concezioni del soprannaturale, stregoneria inclusa. Ed è qui che noi antropologi diventiamo preziosi". Un équipe INMP lavora anche a Lampedusa: con pazienti che non parlano italiano, non hanno documentazione sanitaria e usano codici culturali enigmatici, più occhi professionali hanno maggiori chance di cogliere le cause del malessere.
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