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La Prof.ssa Elisabetta Catamo dona l’opera “Migrazione 2012” all’INMP

La Prof. Elisabetta Catamo dona l’opera “Migrazione 2012” all’INMP

L’INMP ringrazia sentitamente la Prof.ssa Elisabetta Catamo per aver donato all’Istituto la sua opera artistica “Migrazione 2012”, che da lunedì 10 dicembre 2012 impreziosisce la sala d’accoglienza del poliambulatorio INMP, in via delle Fratte di Trastevere 52.

La Prof.ssa Elisabetta Catamo è nata a Roma, dove vive e lavora. Insegna Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Firenze. La sua attività artistica prende avvio nella prima metà degli anni Settanta con esperienze legate alla pittura, mentre parallelamente si interessa al linguaggio fotografico. Ha presentato più di 20 mostre personali tra Italia, Giappone e Gran Bretagna, mentre i suoi lavori sono stati inclusi in più di 60 esibizioni in tutto il mondo; nel 2003 è stata una delle artiste premiate alla nona edizione della Biennale del Cairo. Il suo immaginario ha attinto fin dall’inizio al mondo della natura, fonte primaria di coinvolgimento sensuale emotivo, e di infinita fantasia. La formazione pittorica e il senso intimo del suo lavoro l’hanno spinta ad usare la fotografia fuori dagli schemi linguistici tradizionali, istituendo una linea di ricerca del tutto particolare e atipica nel contesto della ricerca fotografica contemporanea. La pratica del mezzo fotografico non le ha impedito, tuttavia, di sconfinare nella realtà dello spazio tridimensionale, ai confini tra scultura dipinta e installazione.

Di seguito riportiamo le parole di presentazione dell’opera scritte dalla Prof.ssa Catamo e la galleria fotografica che documenta l’opera stessa.

Particolare dell'opera "Migrazione 2012"

Oggi viviamo in una società multietnica e quindi multiculturale (è questa una delle tante ricchezze del nostro paese). Nel complesso architettonico dell’antico Ospedale S. Gallicano si può creare un sistema integrato che equilibri conservazione e innovazione.
Il linguaggio figurativo è di immediata comprensione, per la sua efficacia espressiva è il mezzo privilegiato che permette di stabilire un terreno di possibile intesa tra individui di origini diverse. Nella sala d’attesa dove siedono persone che aspettano il loro turno per le visite mediche ho creato un “volo di uccelli” che attraversano lo spazio circostante: entrano nella stanza, volano intorno alle quattro pareti ed escono.
Sono il collegamento tra il cielo e la terra.
Considerati simbolo dell’anima, respiro del mondo, con il vento sotto le ali, immersi in una luce bianca, più volano in alto più vedono lontano.
Talvolta con l’immaginazione ci identifichiamo nel volo degli uccelli per un desiderio di libertà sconfinata.
Platone, filosofo greco, sul volo scrisse: “la potenza dell’ala tende per sua natura a portare in alto ciò che è pesante sollevandolo dove abita la stirpe degli dei”.

“MIGRAZIONE 2012” - GALLERIA FOTOGRAFICA