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Il Mediterraneo: mare di lontani mondi in avvicinamento. Le giornate del convegno “Salute e Migranti” - Guarda le foto

Il Mediterraneo: mare di lontani mondi in avvicinamento - Le giornate del convegno “Salute e Migranti”

Quanto è accaduto, e quanto accadrà, in questo lungo anno sulle sponde del mare “nostrum”, ha inevitabilmente centrato l’attenzione dei media sull’isola di Lampedusa, appendice avanzata e conseguente simbologia, suo malgrado, di sciagurati avvenimenti che spingono disordinatamente migliaia di uomini, donne e bambini al nord, nella speranza di una vita.

I cambiamenti in atto nel Nord Africa impongono, infatti, alle istituzioni l’assunzione del difficile compito di ridisegnare non solo una più adeguata strategia di relazioni, ma soprattutto sollecitare lo sviluppo e l’implementazione di condivisi programmi di cooperazione tra i differenti Stati coinvolti, come primo momento necessario per garantire e tutelate diritti umani universali.
Il Convegno “Salute e Migranti. Un approccio all’integrazione e alla cooperazione nel Mediterraneo” svoltosi a Taormina dal 17 al 18 giugno 2011, è una prima risposta a questa esigenza ed una dimostrata presa di coscienza da parte dell’Ordine dei medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Messina insieme della Regione Sicilia, grazie al suo Assessorato alla Salute, di portare il terreno di confronto a livello internazionale sul piano sanitario, per la naturale peculiarità umana, aggiunto a quello più strategico, per dare avvio ad azioni di scambio, collaborazioni per un trasferimento di conoscenze. Insomma avviare un dialogo, l’unico strumento umano riconosciuto come fondamentale per l’amicizia tra i popoli e la prevenzione delle tragedie.
Il Convegno ha chiamato in causa responsabilità etiche nella professione medica a tutti i livelli, per iniziare una vera nuova conoscenza con ulteriori competenze, grazie a questo mare che ci trasforma portandosi dietro popoli, disagi, malattie e anche vettori infettivi dietro il flusso migratorio, messaggero anche di culture, medicine sistemi simbolici e culturali: tutti elementi basilari per la conoscenza e per apportare un intervento di tipo olistico.
La Regione Sicilia ha dimostrato di essere una terra privilegiata, vuoi per la sua storia di approdo di cospicui flussi di popolazioni migranti, ma anche come base per l’avvio di un lavoro che apra il proprio sistema sanitario e socio-sanitario a una rete strategica a livello nazionale e internazionale, europeo e africano, per porre le sue azioni e potenzialità in un coordinamento assistenziale di accoglienza e sorveglianza.
Altrettanto l’INMP, coinvolto nella collaborazione al Convegno, è chiamato in causa per la sua storia dedicata all’intervento nella comprensione delle problematiche dei pazienti migranti, con un metodo d’intervento ormai riconosciuto di alta eccellenza sociosanitaria a livello nazionale e internazionale, e all’abbattimento degli ostacoli per un accesso facilitato nella fruibilità dei servizi, con l’obiettivo di ridurre al minimo le diseguaglianze sociali e sanitarie, e conseguentemente le spese e il carico sulla Salute Pubblica, in un processo culturale all’interno delle istituzioni.
L’Istituto ha offerto il suo contributo in una relazione del Commissario Straordinario Concetta Mirisola che ha delineato l’azione in svolgimento a Roma e nelle sue sedi regionali e la sua punta di azione nell’intervento a Lampedusa.

Tutti i relatori intervenuti alla Conferenza sono stati riconosciuti come apportatori di elementi di riflessione necessari al dibattito congressuale. Il dr Santino Severoni, Coordinatore Strategico dell’OMS, ha illustrato la grande attenzione dell’istituzione che rappresenta sulle politiche sanitarie messe in atto dai vari Paesi, e non necessariamente in momenti di emergenza, ma nelle capacità operative che possano creare uno snodo esperienziale da cui tutti possono trarre benefici. L’Italia ha dimostrato di gestire in modo ottimale l’emergenza Albania e Kosovo che avevano numeri che sfioravano le 300 mila individualità. Lampedusa non rappresenta un’emergenza dal punto di vista dei numeri ma per le condizioni in cui arrivano le persone. Soprattutto rilevando che i profughi in fuga dalla Libia verso i paesi confinanti sono circa un milione. Dunque importante sarebbe far riferimento al passato per ottimizzare il presente e gestire il futuro.

La dr.ssa Concetta Mirisola

Il lavoro in atto all’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP), parla da solo per i dati che indicano la mole risolta dai vari servizi sanitari e dagli sportelli sociali, e per la serietà e dignità con le quali gli operatori, giorno dopo giorno, accolgono centinaia di persone, cercando di superare tutte le difficoltà che trasportano pazienti per lo più appartenenti alle fasce fragili della popolazione.
La relazione della dr.ssa Mirisola ha subito presentato l’esperienza dell’Istituto con orgoglio, sottolineando il grande impegno di tutti coloro che operano all’interno, mettendo in risalto, proprio in sede congressuale, di non dimenticare le tante persone italiane che accedono a servizi dedicati alle persone povere. E quanto questa realtà deve fornire pensiero per un lavoro sempre più universale senza lasciare indietro nessuno.
Le attività che l’Istituto sta svolgendo a Lampedusa, nasce da anni di esperienza in tutte le sedi che rappresentano l’INMP, dai rapporti e le attività internazionali e con le maggiori istituzioni, nei luoghi dove l’assenza di servizi sociali e sanitari rendono il quotidiano un dramma insormontabile. Ecco spiegata la presenza in Etiopia e la prossima attività a Gibuti.
Lampedusa oggi, Lampedusa due anni fa. L’INMP è presente perché dove l’accoglienza in emergenza richiede qualità nell’intervento, capacità di abbassare il livello di stress, perizia nell’individuare immediatamente imprevisti, decodificazione sui bisogni e sulle domande di aiuto, lì c’è l’INMP. Questo l’incipit del capitolo Lampedusa della dr.ssa Mirisola.
Nel 2008/10 il nostro staff socio-sanitario, dapprima sull’isola e successivamente nei diversi centri di accoglienza, nei quali l’INMP ha continuato il follow up, ha seguito circa 32 mila persone. Lampedusa 2011 presenta una fenomenologia d’intervento simile per le persone in arrivo che sono in maggioranza giovani e in buona salute (sono stati solo 7 i casi di Tbc diagnosticati). Se gli accertamenti riscontrati di ipotermia, disidratazione e traumi da viaggio, non sono sfociati in problematiche irreversibili nei soggetti più fragili, vedi bambini e donne anche in stato di gravidanza avanzata, lo si deve alla grande professionalità e umanità degli operatori presenti sull’isola. Tutti, nessuno escluso, ricorda il Commissario dell’INMP, popolazione di Lampedusa inclusa; sempre presente quando l’emergenza diventa acuta, e lì, con orgoglio siciliano, ha ricordato la catena umana creatasi alle due del mattino quando una nave si è fracassata sugli scogli all’ingresso di un molo. 
Costruttivo e operativo, continua la dr.ssa Mirisola, si è dimostrato l’incontro di lavoro con l’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia presieduto dal dr. Massimo Russo, (immagine 497). Un confronto sulle esperienze passate per operazioni rivolte al futuro legate alla ricerca. Anche questo è Lampedusa 2011. Un lavoro dove attivare tutte le procedure efficaci per delineare delle Linee Guida replicabili ove se ne presentasse la necessità, ma sempre in rete con tutte le strutture di supporto.
Quindi, essenzialmente, la dottoressa ha chiarito alla platea, formata da operatori sanitari e rappresentanti istituzionali provenienti da tutta l’aera mediterranea, che l’obiettivo è creare ricerca per formare un modello per interpretare i bisogni dell’altro e risolverli al meglio possibile.
L’INMP in questa trincea sanitaria che Lampedusa rappresenta, ha continuato, ha fornito il valore aggiunto della figura del mediatore linguistico culturale sul molo; modello di utilizzo per il quale l’INMP è stato pioniere in Italia. Inoltre è stato offerto materiale multilingue a chi sbarcava con tutta una serie di informazioni sull’accesso ai servizi sanitari, e attivato percorsi di follow up nei centri disposti dalla Regione Sicilia per l’assistenza di secondo livello. 
“Serve lavorare in squadra”, ha concluso la dr.ssa Mirisola, “e l’INMP lo dimostra tutti i giorni a fianco delle altre organizzazioni, e della popolazione lampedusana, offrendo specificatamente assistenza sanitaria e psicologica in questo delicato momento. Ma ricevendo da loro tanta forza e vitalità nell’intervento che svolgiamo. Per la fiducia che sentiamo di riscuotere e che mai vorremmo deludere su questa terra che da sempre ha accolto popoli e genti, siamo tra loro, con loro e anche per loro. Una tradizione che ci onora e onora tutti quelli che lavorano sull’isola”. 

Il Dr. Pietro Bartolo

La necessità di una formazione continua per il personale medico, generico o meno, è uscita con grande forza durante la conferenza stampa organizzata sul molo dove i giornalisti presenti hanno cercato maggiore chiarezza dai relatori sullo stato di emergenza sanitaria che il popolo migrante ha con sé o no.
Il dr Severoni in taglio ampio e il dr Tullio Prestileo, coordinatore scientifico dell’INMP Sicilia, (immagini 467-466) in una visione più territoriale, hanno elencato alla stampa quanto l’organizzazione sia la parola fondamentale sulla quale costruire ogni intervento. Azioni che per garantire il migliore dei risultati non possono prescindere dall’ausilio di medici arabi e dalla lettura internazionale dei rapporti diplomatici sulle condizioni di partenza delle popolazioni in arrivo.
In occasione della conferenza stampa è stato premiato il dr Pietro Bartolo per il suo impegno costante rivolto alle persone in arrivo dal 1982, quando un barcone non faceva notizia. Specializzato in ginecologia e ostetricia è attualmente il responsabile del poliambulatorio a Lampedusa e di tutte le attività cliniche.

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Materiale informativo

Rassegna Stampa