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Conferenza finale del Progetto Mare Nostrum: un modello d’intervento efficiente e adeguato per tutta l’Europa

Nadia Minati – Direttore Centrale dei Servizi Civili per l'Immigrazione e l'Asilo

“Italia e Malta sono paesi vicini geograficamente e coinvolti entrambi al flusso migratorio che sta conoscendo una crescita senza precedenti, per gli eventi che stanno accadendo nei paesi africani e che si affacciano al Mediterraneo.”
La dr.ssa Nadia Minati, Direttore Generale dei Servizi Civili per l’Immigrazione e l’Asilo, del Ministero degli Interni italiano, apre i lavori della Conferenza finale del Progetto Mare Nostrum, un approccio comune per potenziare le strutture per l’asilo in Italia e a Malta, ricca di ospiti rappresentanti tutte le istituzioni che hanno lavorato a questo lungo e impegnativo piano di lavoro transazionale.
“Questo Progetto, destinato ai richiedenti asilo e agli immigrati in arrivo, ha dimostrato una potenzialità grande nell’accoglienza, nell’assistenza sanitaria e nel fornire informazioni e formazione. Strumenti efficaci forniti dall’INMP e dall’OIM, due partner di alta qualità che hanno lavorato insieme in sinergia riversando tutta la professionalità di cui sono capaci”.

Mario Caruana – Direttore Generale Operativo, Ministero per la Giustizia e gli Affari Interni Malta

“Sicuramente due competenti istituzioni”, ha sottolineato il dottor Mario Caruana, Direttore Generale Operativo del Ministero per la Giustizia egli Affari Interni di Malta, “alle quali offro i miei ringraziamenti per il lavoro svolto.
“Un progetto, questo che stiamo presentando”, continua il direttore, “che ha dato prova di un grande impegno quotidiano da parte di tutti i protagonisti interessati, soprattutto in un momento molto difficile per gli eventi che interessano la Libia. La speranza è che un piano di lavoro come Mare Nostrum riesca a produrre un seguito proprio per gli obiettivi raggiunti, riservati alla popolazione immigrata, in una chiave di accoglienza e protezione che ha visto un lavoro di 24 ore al giorno in piena collaborazione. Un lavoro che non può non aiutare in futuro a stringere ancora di più i rapporti tra i due Paesi nella gestione delle difficoltà del Mediterraneo, sempre rivolto verso una cultura di accoglienza e aiuto attivo e propositivo a favore di chi approda sulle coste dei nostri due Paesi”, conclude il Direttore Caruana.

José Angel Oropeza – Direttore dell’Ufficio OIM di Coordinamento per il Mediterraneo, Capo Missione in Italia e a Malta

“Sicuramente un Progetto importante per l’OIM”, puntualizza Josè Angel Oropeza, Direttore dell’Ufficio OIM di Coordinamento per il Mediterraneo a capo della Missione in Italia e Malta, “ma altrettanto importante per l’OIM è stata la fiducia che le hanno riservato le istituzioni coinvolte”.
“L’immigrazione è un fenomeno giunto sulle nostre coste dieci anni fa”, puntualizza Oropeza, “e rimarrà con noi ancora a lungo. Non c’è altra scelta davanti se non gestire il fenomeno in una politica di sviluppo. Malta, pur essendo una piccola isola con poca esperienza nel fenomeno dell’immigrazione, si trova oggi al centro di un vortice umano. La gestione del vortice umano si realizza attraverso politiche creative, economiche, d’inclusione ma anche con politiche di cuore verso chi non è fortunato come noi”.
“L’Italia, invece”, continua il Direttore dell’OIM, “è un Paese che ha conosciuto il fenomeno dell’emigrazione per tanti anni e paradossalmente oggi ha un numero di immigrati simile a quello degli sfollati dopo la seconda guerra mondiale. Un Paese che ha visto la partenza di milioni di persone verso l’America Latina e ha partecipato alla costruzione del mondo moderno dovunque i suoi abitanti siano approdati. Ed oggi si trova a ristringere le maglie della politica sociale e quella dell’assistenza proprio per la presenza straniera sul suo territorio, cercando sempre di costruire politiche accoglienti e solidali. Io, e l’OIM, ringraziamo veramente il governo italiano e maltese per l’opportunità di entrare in questo progetto e per tutta la solidarietà offerta e dimostrata a chi parte e fugge dalla guerra e dalla disperazione portandosi dietro l’unico valore possibile e il più prezioso: la vita”.
“Nei prossimi trent’anni”, conclude Oropeza, “il fenomeno della popolazione in movimento interesserà oltre due miliardi di persone. Prepariamoci a politiche includenti, perché siamo convinti che queste persone cercano lavoro e appartenenza in sistemi accoglienti.
È il futuro. Ma il futuro stamattina è in questa sala perché Mare Nostrum lo ha disegnato nel pieno delle operazioni sviluppate. 

Concetta Mirisola – Commissario straordinario INMP

“Grazie a tutti coloro che partecipano alla Conferenza. Grazie al Ministero che ha accettato di far si che la Conferenza fosse svolta nel nostro Istituto, storicamente nato nel 1725 proprio nel sogno di fornire accoglienza ai poveri e ai pellegrini malati che giungevano a Roma. Questo Istituto creato per fornire assistenza e calore umano in un piano di lavoro tutt’oggi attivo, è il luogo predestinato per quel futuro che è stato appena descritto”.
La dr.ssa Concetta Mirisola, Commissario Straordinario dell’INMP, ha sottolineato l’attualità geopolitica nel quale il progetto si è inserito e con quale perizia si sia lavorato per il meglio possibile. ”Un progetto che ha riproposto per 18 mesi le tre grandi macroaree dell’INMP: assistenza sanitaria, formazione e ricerca. Una ricerca che nasce da momenti di emergenza con l’ottica di produrre un bagaglio esperienziale che serva a far sì che l’emergenza non sia mai più un imprevisto non governabile”.
“Lampedusa sta a dimostrarlo”, continua la Mirisola, “ogni giorno e ogni notte. È notizia di qualche ora fa dell’arrivo di due barconi che aumentano la presenza straniera sull’isola a 1624 persone. E noi siamo lì a fornire aiuto e assistenza a tutti. Assistenza riversata, va detto e sottolineato, a persone comunque in buona salute e giovani il cui patrimonio di salute in arrivo si esaurisce nel giro di due o tre anni a causa della difficoltà incontrate nell’integrazione.
Non resta che la speranza, condivisa da tutti i partecipanti, che questa esperienza trovi ancora un futuro di lavoro insieme”.

Angelo Carbone – Capo Progetto, Vice Capo del Direttorato per i Servizi per l’Immigrazione e l’Asilo

“I numeri di questo Progetto sono importanti ma non si spiegano se non si considera il grande lavoro che li ha sostenuti”. Il dr Angelo Carbone, Capo Progetto e Vicario della Direzione dei Servizi per l’Immigrazione e l’Asilo, Ministero dell’Interno Italia, ha descritto alcuni aspetti progettuali. “Un lavoro nato in condivisione tra i governi di due Paesi, economicamente aiutati dall’Unione Europea, e questo è un alto riconoscimento, ancora raro in Europa. Specialmente se si tratta di un lavoro sul flusso migratorio con un taglio solidale rivolto ai rifugiati politici e ai richiedenti asilo. Generalmente campo di battaglia delle Ong. Questo progetto dimostra un ponte collaborativo esemplare per il continente”.
“Altro aspetto nuovo del progetto è la formazione degli operatori sanitari, svolta sia in Italia che a Malta dall’INMP, con risultati più che egregi. Senza dimenticare le valutazioni professionali condotte dall’OIM tramite corsi di formazione adeguati per un ingresso professionale.

Nadan Petrovic – Coordinatore del Progetto, Unità SID, OIM

Mare Nostrum ha rappresentato un’iniziativa euro transnazionale sulle strategie comuni per i rifugiati”, ha proseguito il dr Nadan Petrovic, Coordinatore del progetto, Unità Sid, OIM.
“Due ministeri protagonisti e due organi pubblici, l’OIM e l’INMP, in un lavoro sinergico con obiettivi comuni, pur nella differenza tra gli stati giuridici e professionali che regolano le due società. Ecco cosa ha significato Mare Nostrum: un progetto comune per due paesi diversi legislativamente e nell'organizzazione. Un progetto ambizioso e un modello d’intervento per tutta l’Europa. Anche perché i risultati raggiunti sono stati superiori del 10% alle aspettative. Basta considerare l’adesione ai corsi formativi del 90% delle 1800 persone che ne hanno ottenuto il riconoscimento, dopo aver seguito almeno l’80% delle ore a disposizione. Un totale di 75 corsi in Italia e 56 a Malta; 2244 frequentatori in Italia e 724 a Malta, con un’età media di 25 anni, di 17 nazionalità distinte e 2227 attestati di partecipazione realizzati”.

Sophia Soares e Elena Guillen, dell’OIM Focal Group di Mare Nostrum

Gli aspetti strutturali del Progetto a Malta sono stati affrontati anche da Sophia Soares e Elena Guillen, dell’OIM Focal Group di Mare Nostrum, con una serie di indicazioni riguardanti l’intervento in 7 centri di identificazione e i corsi allestiti con ottimi risultati. I corsi, in particolar modo, si sono contraddistinti per l’utilizzo di supporti da affiancare al materiale cartaceo redatto in 5 lingue, le 5000 copie di guide pratiche sulla conoscenza della realtà nazionale maltese, lunghe 64 pagine.
Altrettanto efficace è stato il lavoro rivolto alla popolazione locale che ha permesso di ottenere facilitazioni nell’occupazione professionale degli immigrati come part time, venendo così incontro al loro desiderio di abbandonare i centri per trovare lavoro.

Gianfranco Costanzo – Direttore Relazioni Internazionali INMP

Hanno terminato la Conferenza le relazioni del dr. Gianfranco Costanzo Direttore U.O.C. Rapporti con Istituzioni e organizzazioni nazionali e internazionali, partenariato con università INMP, e di Valeska Padovese, dermatologa e coordinatore del Progetto INMP, sul lavoro svolto dall’Istituto per raggiungere l’obiettivo progettuale: il miglioramento dello stato di salute dei richiedenti asilo e dei rifugiati in entrambi i Paesi, attraverso l’assistenza sanitaria e la formazione al personale sanitario e operativo nei Centri e di quello del territorio circostante. A Malta il lavoro è stato realizzato dall’agosto 2008 a giugno 2011 all’interno di dieci centri, condotto su 3000 persone, con 2216 visite e, inoltre, l’avvio di uno studio pilota su 500 immigrati volontari per una ricerca sull’incidenza di determinate patologie quali l’AIDS, le epatiti e la sifilide. Lo studio ha riscontrato 11 casi di sifilide, 31 casi di epatite B e 3 di epatite C.
Le visite, effettuate con l’ausilio di 6 mediatori linguistico culturali, hanno costituito un momento di educazione sanitaria dei pazienti, specie sui rischi delle malattie sessualmente trasmissibili, sulle norme igieniche e le abitudini alimentari. Viceversa si sono realizzati 12 incontri rivolti al personale civile e quello appartenente alle forze dell’Ordine, in cui sono stati trattati temi sulla profilassi delle malattie riscontrabili in comunità e le principali malattie trasmissibili. Sono stati approntati 4 corsi per il personale sanitario di primo e secondo livello (dermatologi, infettivologi, internisti e 60 operator)i, con materie riguardanti il superamento del conflitto, gli elementi transculturali, l’igiene in comunità, l’integrazione socio sanitaria, la presa in carico del paziente e la prevenzione sanitaria. È stato pubblicato materiale informativo in due distinti volumi in inglese e italiano.
5077 sono state le diagnosi registrate, principalmente dermatologiche, respiratorie, pochissime infettive e psicologiche, mentre il 31% si è rivelato completamente sano. 
Un lavoro tanto apprezzato, quello degli operatori dell’INMP, che molte visite sono state svolte anche in case private, effetto di un passa parola sulla qualità degli interventi.

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