Protocollo d’intesa tra INMP, Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione, UNHCR, Arci, Comunità di S. Egidio e Federazione delle Chiese Evangeliche - Corridoi umanitari dalla Libia
Titolo accordo/convenzione: Protocollo d’intesa tra l'INMP, Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione, l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), l’Arci, la Comunità di S. Egidio e la Federazione delle Chiese Evangeliche per consentire l’ingresso legale e in sicurezza dalla Libia per 1.500 persone potenziali beneficiari di protezione internazionale
Enti coinvolti: INMP, Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione, UNHCR, Arci, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche
Data inizio: 20/12/2023
Data fine: 20/12/2026
Razionale: Le dimensioni assunte nell’ultimo periodo dal flusso di rifugiati e migranti verso l’Europa, nonché l’eccezionalità della situazione di sicurezza in Libia, richiedono di sperimentare per le persone bisognose di protezione internazionale forme innovative di ingresso legale, in conformità alle indicazioni della UE. I canali regolari e sicuri, tra cui le evacuazioni di emergenza, i corridoi umanitari, il reinsediamento e il ricongiungimento familiare permettono ai rifugiati di ricostruirsi un futuro in dignità senza essere costretti a intraprendere viaggi pericolosi nelle mani dei trafficanti. Allo stesso tempo sono un segnale tangibile di solidarietà verso i paesi a basso e medio reddito che ospitano il 75% dei rifugiati nel mondo.
Per le caratteristiche e le modalità di realizzazione, il progetto «Corridoi Umanitari – Evacuazioni dalla Libia» condivide con i precedenti programmi di Corridoi Umanitari realizzati dal Libano, dall’Etiopia, dal Pakistan e dall’Iran la finalità di consentire ingressi regolari a potenziali beneficiari di protezione internazionale, ma se ne distingue per una più accelerata procedura di attivazione resa necessaria sia dall’urgenza di intervenire in una situazione di estrema sofferenza per i profughi, sia per le difficoltà di operare in un contesto lacerato dal protrarsi del conflitto armato.
Il protocollo rinnova l’impegno già avviato dall’Italia nel 2017 che ha permesso l’arrivo di 1300 persone nel nostro paese, grazie a meccanismi di evacuazione o tramite i corridoi umanitari.
Obiettivo generale:
La finalità del progetto è consentire l’ingresso legale e in sicurezza dalla Libia per 1.500 persone potenziali beneficiari di protezione internazionale.
Il progetto intende inoltre consolidare una best practice italiana, anche nella prospettiva di una sua estensione a livello europeo.
Attività/Aree di intervento:
Le evacuazioni riguarderanno persone costrette a fuggire dai loro paesi a causa di guerre e violenze che si trovano temporaneamente in Libia. Tra loro, bambini, donne vittime di tratta, persone sopravvissute alla violenza e alla tortura e persone in gravi condizioni di salute, che saranno individuate dall’UNHCR, anche in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e l’ARCI.
I beneficiari dovranno essere individuati tra le persone potenzialmente destinatarie di protezione internazionale secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e dell’Unione europea vigente in materia. I criteri di individuazione sono definiti all'interno del protocollo. I migranti saranno accolti in strutture messe a disposizione dal Ministero dell’Interno e dalle predette Associazioni.
L’INMP, in linea con il mandato legislativo e in virtù della specifica competenza in ambito di salute delle persone migranti, assicurerà una valutazione sanitaria individuale e l’assistenza medica iniziale alle persone in arrivo presso gli aeroporti, verificando in particolar modo l’eventuale presenza di patologie infettive trasmissibili e di altre patologie che necessitino una presa in carico immediata.
Atto adozione: Deliberazione del Direttore Generale n. 31 del 05/02/2024
Area tematica: Assistenza sanitaria e socio-sanitaria
Parole chiave: Libia, corridoi umanitari, rifugiati, richiedenti protezione internazionale, minori, donne vittime di tratta, tortura